[5]
Tentando con le massaggiate mani, un passaggio che non
purgasse, di vino o di vinavil, la memoria s’inceppa, [incandescente
anche la mia mano, nel mio non voler dire. La bugia salì presto
vagabonda nel cielo tutto sudore pernicioso, la lingua
una serranda, di tartufi la commissione. Finii per liberarmi
nel brusco paesaggio, anche della Madonna, col suo insipido
bambino, cercando nell’ambascia, la parola «piove». Verso
esausto, sei come la miscela, d’un vino troppo brusco, e
la mia volontà di sopravvivere, o pungi come la mano,
tesa a benedire, il gran ritratto a olio, nel salotto
per bene, della zia infausta, del giovane coronato
dall’imboscata mortale.
purgasse, di vino o di vinavil, la memoria s’inceppa, [incandescente
anche la mia mano, nel mio non voler dire. La bugia salì presto
vagabonda nel cielo tutto sudore pernicioso, la lingua
una serranda, di tartufi la commissione. Finii per liberarmi
nel brusco paesaggio, anche della Madonna, col suo insipido
bambino, cercando nell’ambascia, la parola «piove». Verso
esausto, sei come la miscela, d’un vino troppo brusco, e
la mia volontà di sopravvivere, o pungi come la mano,
tesa a benedire, il gran ritratto a olio, nel salotto
per bene, della zia infausta, del giovane coronato
dall’imboscata mortale.
(Presento qui del materiale raccolto in La furia dei venti contrari. Variazioni Amelia Rosselli a cura di Andrea Cortellessa Le Lettere 2007. Si tratta, in questo primo post, di alcuni testi della Rosselli seguiti da brani dell’introduzione del curatore.) Cinque poesie disperse di Amelia Rosselli a cura di Francesco Carbognin
Nessun commento:
Posta un commento