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sabato 20 dicembre 2008

Contro del magazziniere si levava il grido dell'incoscienza

Contro del magazziniere si levava il grido dell'incoscienza
contro del pourboire coniavo un'altra frase, quella dell'incertezza.
Contro dell'odio ringraziavo e perdonavo, contro della
tristezza imbracciavo un altro pugnale. Contro delle lacrime
furtive innalzavo la veracità; contro della lacrima del
soldato una ragazza potente che non sapeva nemmeno dov'era
l'usignolo, l'usignolo potente e solitario. In nome di Cristo
e della Vergine Maria che la tua santità sia fatta, così
com'è il gioco di ogni giorno. Contro della debolezza che
si rinsaldj la fede, contro dell'elefante traboccante di
odio che sia fatta la volontà del cane che seppe quale
pesce pigliare. Trappola tesa ad arco rialzati e perdona
con un grido di allarme. Se sovente nella birra scorgevo
piccoli grappoli d'oro era invece la grazia che balbettava
parole sconnesse: fuori del linguaggio dei sensi abbandonati.

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