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sabato 27 dicembre 2008

L'uomo in chat

A.

Tutto è partito da questo principio: che non bisognava ridurre l'innammorato ad un puro e semplice soggetto sintomatologico, ma piuttosto dar voce a ciò che in lui vi è d'inattuale, vale a dire d'intrattabile.

Di qui la scelta di un metodo "drammatico", che rinuncia agli esempi e si basa unicamente sull'azione di un linguaggio immediato (niente metalinguaggio).

La descrizione del discorso amoroso è stata perciò sostituita dalla sua simulazione, e a questo discorso è stata perciò restituita la sua persona fondamentale, che è l'io, in modo da mettere in scena non già un'analisi, ma un'enunciazione.

Quello che viene proposto è, se si vuole, un ritratto; ma questo ritratto non è psicologico, bensì strutturale esso presenta una collocazione della parola: la collocazione di qualcuno che parla dentro di sé, amorosamente, di fronte all'altro (l'oggetto amato), il quale invece non parla.

B.

Nel tentare di definire l'identità telematica e digitale, tutto è partito da questo principio: che non bisognasse ridurre lo scrittore mediale ad un puro e semplice soggetto sintomatologico della condizione "virtuale", ma piuttosto dar voce a ciò che in lui vi è d'inattuale, vale a dire d'intrattabile.

Di qui la scelta di un metodo "drammatico", che rinuncia agli esempi e si basa unicamente sull'azione di un linguaggio immediato (niente metalinguaggio) della chat-conference, in tempo reale e sostenuta dallo scripting.
La descrizione del discorso che si tiene, per il solo fatto che si tiene in modo informatico ma in rete, è perciò sostituita dalla sua simulazione, e a questo discorso è stata perciò restituita la sua persona fondamentale, che è l'io, in modo da mettere in scena non già delle analisi, ma un'enunciazione.

Quello che viene proposto è, se si vuole, il ritratto; ma questo ritratto non è psicologico, bensì strutturale esso presenta una collocazione della parola: la collocazione di qualcuno che parla dentro di sé, amorosamente, di fronte all'altro (l'Altro), il quale invece non è detto che parli, non essendoci le costrizioni multiple dell'unità di tempo/spazio a ricattarlo.

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