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sabato 20 dicembre 2008

Se nella notte s'accendeva un faro, allora addio promessa

Se nella notte s'accendeva un faro, allora addio promessa
addio la scarpa dell'oblio, addio la lusinga di chi gioca
preso dalle antifone dei suoi compagni. Compagna d'armi
la tua costanza, la tua fiducia sono nelle mie mani? Calmati
e l'eroe che ero io diventerà la bestia che più nulla vuole.
Calmati e le scodelle dei poveri si riempiranno. Calmati
e le ventate in poppa separeranno la tua firma dalla mia,
il tuo disdegno dai mio farraginoso chiedere, disobbedire,
salvare, domandare - eccitare alla lotta una massa di gente
che non sa esistono i poveri, le martellate - le costruzioni
in calce per la povera gente che non si illude, ma delude
il raggio di sole che non era stato costruito per loro.
Calmati e avrai il vento in poppa e le tue parole fresche
di verginità rimeranno con nuova gentilezza. Parola mia
che tutta la stanchezza ora si rifà ai poveri. Domando
perdono per essermi nutrita di erbe selvatiche, e riporto
la pena ad un altro servizio. E riporto la iena ad un altro
fumare, incenso per i magazzinieri.

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